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Borsa – She Trader n.7 – L’Altra Metà del Cielo

… Le casalinghe del Sol Levante affossano la loro tradizionale immagine e si scatenano in trading sulle valute …

Arigatoo Erika San, grazie!

Da cultore di arti marziali (in un’altra vita ho vinto un campionato interuniversitario anche se Anna, la mia altra metà del cielo, dice che il merito è tutto suo … In effetti è stato durante una delle volte in cui mi piantava e io dovevo sfogare un certo disappunto) ti rendo un doveroso inchino – RitzuRei.

Un saluto che avrebbe riscosso l’approvazione del mio ‘Sensei’, un maestro con un paio di lauree all’Uni di Tokyo e parecchi Dan di cintura nera. Guarda caso si chiamava anche lui Ko-Ike, nome che se ricordo ancora qualcosa dovrebbe significare ‘Piccolo Lago’. Comunque Tadashi Koike aveva imparato ad accettare tutte le imperfezioni dei propri allievi “gaigin” , termine con cui veniamo indicati noi barbari occidentali.

Del Rising Sun o Paese del Sol Levante si parla da tempo, anche prima che ci si mettesse di mezzo Sean Connery.

Prima sembrava che dovessero comprarsi USA e Europa, poi qualcosa si è inceppato nel meccanismo e per cercare di salvare il salvabile gli interessi sono crollati a zero. Soldi ‘a gratis’ … Quando l’ho saputo volevo trasferirmi, ma mi hanno spiegato che non serviva; bastava metter su un ambaradan di arbitraggi e ci si sarebbe arricchiti a dismisura. Io ho una personale idiosincrasia per le valute, ma ci hanno creduto in tanti e la strategia ha creato anche qualche disagio a livello mondiale.

Gheishe e calvario dello yen a parte, anche qui troviamo le She Traders. Il mio Google mi ha segnalato qualcosa come 400.000 /  450 000 link in soli 0,24 secondi … saccente e irritante!

Il primo si chiama inevitabilmente ‘the kimono traders’. Viene dalla terra di Bond, James Bondhttp://women.timesonline.co.uk/tol/life_and_style/women/article2187250.ece.  “ … Japanese housewives have ditched their traditional subservient image for the world of currency trading – influencing both international markets and Japan’s economy. Leo Lewis reports from Tokyo ...” Le casalinghe del Sol Levante affossano la loro tradizionale immagine e si scatenano in trading sulle valute. Eccole li’, altro che subprime! E’ colpa delle donne se ci sono le crisi finanziarie internazionali! Almeno questa sembrerebbe essere la conclusione cui vuol arrivare il giornalista. Poi tenta un disperato riscatto e riconosce un certo stile alle She Traders con gli occhioni a mandorla: “ …While male online traders tend to close up their positions at 7pm and head out for a beer, she sneers, women just keep on trading. Some trade ‘spot forex’, dipping in and out of currencies around the world and playing directly on the volatility of markets to reap small gains …” E’ una canzone che abbiamo già sentito cantare, ma sembra che non persuada completamente, specie noi maschiotti.

Questa è la storia di Youka Yamamoto e ce la racconta il New York Times meglio di Celentano: http://www.nytimes.com/2006/02/19/business/yourmoney/19day.html?_r=4&adxnnl=1&oref=slogin&pagewanted=print&adxnnlx=1221235647-bgP7HXcE3wg1ITeRzNOytw&oref=slogin
.  La nostra She Trader che non sapeva ancora di diventarlo, sei anni fa si sposa e, come è doveroso per la tradizione giapponese (mica solo li’…), lascia il posto di lavoro per diventare una regiura o retzora o homemaker vedi tu. Però dopo un po’ si ruga o, grew bored del tran tran, e butta lì un occhio distratto alla TV. Geenna di tutti i mali! Infatti vede un programma che parla del trading on line, prende su 2000 dollari e ci prova. Agghiacciante, se ci pensi! Proprio il contrario di quello che tutti predicano e io verde di invidia proclamo ad alta voce che il suo “case” è profondamente diseducativo! ‘Sta pivella salta dentro e dimostra improvvisamente di avere due baffoni lunghi così! (a dirla con Erika). Anche se io insisto per un caso di orchite … Oggi la gentil signora Yamamoto, ci racconta il giornalista del NYT, ha trasformato il suo minimo investimento iniziale in più di 1 milione di dollari. Porcocane! Eh, scusatemi! Ma quando ci vuole ci vuole! … poi farò qualche coccola extra al primo randagio che incontro.  Per di più la vezzosa donzella va in giro a raccontare di aver incontrato ‘migliaia’ di altre She Traders coniugate, che fanno lo stesso, spesso all’insaputa dei loro mariti.

Deplorevole, altamente deplorevole … soprattutto se ottengono gli stessi risultati della Yamamoto che portando un nome da nave da battaglia si comporta coerentemente.

Per par condicio o per farci stare ancora peggio, ci raccontano anche di un ragazzino, fuori target certo, ma almeno riscatta la categoria  dei maschietti. Yuta Mimura, di soli 22 anni. Se non altro questo ha studiato ed ha un solido skill finanziario però, a imperitura rabbia e invidia di noi vecchi trader evidentemente un po’ rinco (io parlo per me beninteso), il giovinetto investe 25000 dollari e in un mesetto li trasforma in 127.000 dollaroni. I genitori coldiretti assistono con una certa perplessità, ma le riserve cadono quando il dannato accumula 2,54 milioni di dollari.

Torniamo alle casalinghe con gli occhi a mandorla. Ce lo racconta guarda caso una direttamente coinvolta, una certa signora Antonia: http://www.japaninc.com/mgz_jan-feb_2008_housewife-online-trading. Ne parla anche lei come di un fenomeno di ampia diffusione. Secondo alcuni analisti viene stimato in circa 82 miliardi di Euro, se ho fatto i conti giusti. Comunque si parla di ‘trillions’ di Yen, un’unità di misura alla Paperon dei Paperoni che ci ha abituati ai fantastiliardi: ci sono millions, billions (miliardi) e poi i trillions. Le She Trades casalinghe nipponiche fanno concorrenza a Zio Paperone. 

Vittorio Malvezzi