L’RSI rientra nella classe degli Indicatori Popolari dell’analisi tecnica e fu inventato da Wilder nel ’78.
Relative Strength Index (indicatore di forza relativa) in realtà non sarebbe formalmente il nome più appropriato: migliore la dizione Internal Strength Index poiché questo algoritmo si picca di misurare la forza intrinseca <piuttosto che ‘relativa’> di una serie storica. Come altri indicatori popolari (MACD, Stocastico, Bollinger, ADX), RSI è abbastanza seguito dagli analisti per decidere se la serie sottostante è in ipercomprato (per valori oltre 70) o in ipervenduto (valori sotto 30) ma personalmente sono molto sospettoso su questa indicazione per il semplice fatto che un titolo può rimanere in ipercomprato o in ipervenduto anche per tempi lunghissimi (recente il caso di Monte Paschi). Uno dei motivi per cui nonprediligo questo indicatore è che, come vedremo, nel calcolo sono esclusi i valori di massimo e minimo della seduta e non sono presenti le quantità (volumi). Fatto sta che non c’è giornale di Borsa che non ne parli, per cui non possiamo escluderlo dai nostri studi.
La formula generale di RSI è:
dove U è una media delle variazioni di prezzo al rialzo e D è una media delle variazioni di prezzo al ribasso. L’RSI di Wilder ha un unico parametro, il cui valore di default è di 14 periodi.
Questo il ragionamento:
Se il titolo sale, annoto il rialzo in una colonna di rialzi e segno zero in quella dei ribassi
Se il titolo scende faccio il contrario: annoto i punti di ribasso nella colonna corrispondente e segno zero in quella dei rialzi.
Ma non è certo finita qui perché quello che mi interessa è filtrare i singoli rialzi e ribassi della seduta odierna. Per far ciò mi attrezzo con altre due colonne <per l’appunto: filtrate> in cui mi annoterò via via gli incrementi e i decrementi del time-period, cioè i suddetti 14 giorni.
Come al solito partiamo dal grafico dell’FTSEMIB rettificato e plottiamo l’RSI.
RSI alle 11,16 del 18 giugno vale 46,68, un valore circa intermedio tra le due barriere trigger che Wilder pone per definizione a 30 e a 70.
A occhio nudo, RSI ci informa che oggi 18 giugno le forze in gioco (orsi e tori) sono sostanzialmente in equilibrio mentre il 10 aprile, per esempio, l’RSI era sceso nell’area sottostante 30 (21,60 per la precisione), evidente segnale di ipervenduto … condizione che in realtà è stata mal pronostica perché poi l’Indice ha continuato a scendere.
Ma questo non ha importanza: quello che noi vogliamo fare è solamente comprendere bene il meccanismo.
Vediamo allora di procedere con Excel partendo dalla serie storica dell’ultimo periodo:
In blu il parametro K1 posto a 14.
In giallo la formula
In grigio i dati della serie storica che non ci interessano.
Scopriamo ora una nuova colonna (colonna G dell’Excel allegato):
Come vedete, tra il 2 e il 3 gennaio la chiusura è salita da 15454 a 15645, per cui il programma annoterà in G la differenza di 191 punti positivi.
Poiché il giorno 4 gennaio la Borsa è scesa, Excel metterà 0 in G e così farà in avanti.
Parliamo ora del coefficiente U della nostra formula che, come dicevamo, è una media filtrata dei rialzi. Vi ricordo che U corrisponde alla colonna H di Excel.
Cominciamo col dire che fino al 18 gennaio non succede nulla poiché ancora non sono passati i 14 giorni imposti dal parametro K1, in altre parole non abbiamo ancora dati sufficienti per fare i nostri calcoli.
Finalmente il 19 gennaio possiamo partire e, tanto per cominciare, inseriamo in U (colonna H di Excel) la media delle 14 chiusure precedenti (questo è un caso particolare che capita una volta sola, all’inizio, tanto per mettere in moto il volano dei numeri).
Adesso sommiamo tutte le variazioni di prezzo al rialzo (col G) dal 2 al 19 gennaio e dividiamo per 14 (i giorni di K1): otteniamo così il valore di partenza 119,21 (cella H24):
Nota Excel per i programmatori:
La formula di U (riferita alla cella H24 del 19 gennaio) è la seguente:
=SE(RIF.RIGA()<10+$B$1;””;SE(RIF.RIGA()=10+$B$1;MEDIA(INDIRETTO(INDIRIZZO(RIF.RIGA()-$B$1+1;7)):INDIRETTO(INDIRIZZO(RIF.RIGA();7)));H23+((G24-H23)/$B$1)))
Vediamo:
SE(RIF.RIGA()<10+$B$1;””
significa
Se ti trovi prima della riga 24, metti spazio.
Infatti, 10+$B$1 vale 10+14=24. Quindi se ti trovi prima della 24^ riga, è presto per fare dei calcoli, quindi devi ignorare.
SE(RIF.RIGA()=10+$B$1;MEDIA(INDIRETTO(INDIRIZZO(RIF.RIGA()-$B$1+1;7)):INDIRETTO(INDIRIZZO(RIF.RIGA();7)))
Significa
Se sei esattamente alla riga 10+14=24 fammi la media.
Vi ricordo che di INDIRETTO e INDIRIZZO in Excel abbiamo già parlato nel contributo n. 12.
H23+((G24-H23)/$B$1
Significa
Se ti trovi oltre riga 24 (cioè a regime) aggiorna il prezzo “filtrato” (precedente + variazione attuale rispetto ai 14 giorni).
Bene!
Tutto chiaro su U ?
Mica tanto!
Vediamo di interpretarlo un po’ meglio.
Se la Borsa sale, memorizzo i punti di salita, se non sale metto zero … e fin qui va bene.
Poi, nei primi 14 giorni non faccio niente mentre il 14° giorno esatto faccio una media degli incrementi.
Adesso sono a regime e qui bisogna capire bene il significato di questa formula: H23+((G24-H23)/$B$1
Vediamo cosa succede il 20 gennaio:
Il 20 gennaio la formula diventa: H25 = H24+((G25-H24)/$B$1) ovvero:
H25 = U precedente <cioè 119,21> + (0-119,21)/14
Che corrisponde a: 119,21+(0-119,21)/14 ovvero 110,70.
Cerchiamo di interpretare: il 20 gennaio c’è stato un piccolissimo ribasso (da 15651 a 15632) e quindi abbiamo segnato rialzo = zero.
Poi andiamo avanti: che cosa rappresenta la parentesi: (0-119,21)/14 ?
Si tratta della “frazione in quattordicesimi” di cui il “volano” si è caricato/scaricato in quel giorno rispetto ai 14 precedenti.
Ok! Abbiamo capito! Si tratta della variazione infinitesimale di quella seduta rispetto al carico delle sedute precedenti.
Io sto pensando a una bilancia da farmacista che ha l’ago sullo zero. Bene: con quel pezzettino in più o in meno caricato oggi su uno dei piatti, ho spostato l’indice della bilancia un po’ più a destra o un po’ più a sinistra rispetto al carico che avevo sulla groppa negli ultimi 14 giorni. Sì: l’esempio mi sembra giusto. Wilder ha ragione: tanto è vero che il ragionamento lo farò specularmene anche per i ribassi (colonna J corrispondente a D della formula).
Per semplificare si potrebbe anche dire che nei giorni di rialzo accumulo in U la variazione infinitesima di quella seduta nell’accumulatore delle 14 sedute, mentre nei giorni di ribasso lo faccio in D.
Abbiamo finito, non ci resta che scoprire tutte le altre colonne:
Dopo aver calcolato la D (speculare di U) riuniamo i risultati in questo modo a rispetto della formula in giallo:
La colonna K di Excel è la divisione di U e D
mentre l’RSI è finalmente 100 – (100 / 1 + (U/D)).
In pratica, l’accumulatore viene rapportato alla scala 100.
Per come U e D giocano nella formula finale dell’RSI avremo che:
- Per valori alti di U e bassi di D (continuazione infinitesima del rialzo) avrò RSI alto
- Per valori bassi di U e alti di D (continuazione infinitesima del ribasso) avrò RSI basso
Per concludere, io credo che Wilder l’abbia pensata abbastanza giusta, specialmente <a mio avviso> , alla fine, quando i valori sono rapportati in scala 100. Ottimo il concetto della variazione infinitesima, cioè gli incrementi/decrementi “filtrati”, anche se il problema del “reale ipercomprato e ipervenduto” con l’RSI non è ancora completamente risolto come, purtroppo, abbiamo potuto notare nell’esempio del 10 aprile. Pazienza !
Appuntamento alla prossima puntata col MACD.
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Francesco Caranti