Sarà forse il timore di sentirsi tagliati fuori dal mondo o forse sono i passi da gigante della tecnologia che ci consente di stare sempre in mezzo al flusso delle informazioni che ormai ci ha resi information-depending.
Sta di fatto che sempre più raramente si sente pronunciare la frase “Vorrei andare in vacanza su un’isola deserta e staccare la spina con il mondo”; anzi, tutte le volte che ci si sposta in un luogo che non è quello del domicilio abituale, sia per piacere sia per dovere, la prima cosa che si va a verificare è il ponte radio, il tipo e la potenza delle connessione. E, qualora questi aspetti fossero poco soddisfacenti, si vaga nei dintorni come rabdomanti per carpire informazioni su quali siano le zone del quartiere, della città, della baita o dell’isola in cui “c’è più campo”.
Personalmente mi riconosco in vetta alla classifica degli information-depending: non vado tanto in crisi di astinenza se non riesco a ricevere l’sms affettuoso di qualche amico, quanto piuttosto se non ricevo le mail della mia Banca o non riesco a collegarmi alla mia Piattaforma di trading … Cinismo? Potrebbe darsi, ma sfido chiunque abbia un po’ di buon senso a non sentirsi in dovere di tenere le proprie antenne sempre ricettive e puntate sulla realtà, senza che ciò debba necessariamente significare mettere in secondo piano gli affetti famigliari e amicali.
Va detto, comunque, che l’avvento della tecnologia touch che ha portato alla diffusione capillare di Smartphone e Tablet ha reso sempre meno difficoltoso il collegamento continuo al flusso delle informazioni. Vediamo nei dettagli di cosa si tratta.
Il Tablet è un PC Tavoletta che consente all’utente di interfacciarsi con il sistema direttamente sullo schermo mediante dei digitalizzatori che rendono possibile l’interazione utente-macchina con l’uso di penne particolari o con le dita. I tablet con sistema operativo Windows (i primi ad aver visto la luce) si utilizzano soprattutto con le penne (digitalizzatori passivi di tipo resistivo) o con le dita (digitalizzazione passiva di tipo capacitivo) e attivano le proprie funzionalità premendo sullo schermo con la penna o con le dita; la diffusione della tecnologia multitocco stimolata da Apple ha permesso poi di sviluppare Tablet attivabili con il semplice sfioramento delle applicazioni presenti sullo schermo e negli ultimi tre anni i produttori hanno sfornato Tablet addirittura con l’integrazione dei due sistemi di digitalizzazione e multitocco per consentire all’utente l’utilizzo migliore a seconda delle necessità e delle circostanze.
Lo Smartphone è il telefono furbo e intelligente che ormai è presente anche negli zaini dei bambini che frequentano la scuola primaria; il segreto del progetto smartphone è l’abbinamento delle funzionalità di telefono cellulare con quella di gestione dei dati personali. La continua evoluzione ha fatto sì che oggi si trovino sul mercato migliaia di modelli di questo telefonino intelligente che si differenziano, oltre che nelle marche delle case produttrici, nel sistema operativo che li governa, esattamente come i computer e i fratelli tablet.
A proposito! Cos’è esattamente un sistema operativo? Detto con parole semplici è quella cosa che sta all’interno di un dispositivo, anche se non si vede, ed è ciò che ci consente di utilizzare quel dispositivo, ma Wikipedia – che si esprime meglio di me – scrive “Un sistema operativo (abbreviato in SO, in lingua inglese OS, “operating system”), in informatica, è un insieme di componenti software, che garantisce l’operatività di base di un calcolatore, coordinando e gestendo le risorse hardware di processamento e memorizzazione, le periferiche, le risorse/attività software (processi) e facendo da interfaccia con l’utente, senza il quale quindi non sarebbe possibile l’utilizzo del computer stesso e dei programmi/software specifici, come applicazioni o librerie software”
Inutile soffermarsi più di tanto sulle caratteristiche degli Smartphone che sono ormai note a tutti. Mi sembra più interessante andare ad analizzare alcune impostazioni degli stessi che, per gli information-depending come me, risultano indispensabili.
La prima volta che si accende uno smartphone compare una procedura guidata per la configurazione di base, ma in seguito tocca all’utente eseguire la configurazione di altre funzioni: una di queste è la posta. Indipendentemente dal tipo e modello di smartphone di cui si è in possesso, la procedura è canonica: si può creare un nuovo account o collegare allo smartphone l’account che già si utilizza sul proprio PC e, in ambo i casi, i passaggi da seguire sono semplici e guidati. Bisogna però prestare un po’ più di attenzione quando si crea il collegamento all’account che già si possiede e riportare sullo smartphone esattamente gli stessi dettagli già presenti sul PC: inserire le password con stessi caratteri alfanumerici; stesso indirizzo di POP3 o IMAP (posta in entrata) e attenzione all’indirizzo SMTP (posta in uscita) che può variare da un gestore telefonico all’altro e, soprattutto, controllare bene quale dei due server necessiti di una connessione protetta;valutare se è necessaria l’autenticazione del server.
Queste possono sembrare considerazioni stupide, ma purtroppo capita spesso di digitare caratteri sbagliati sullo smartphone traditi dalla tastiera più piccola, dal sole contro o dalla momentanea lontananza degli occhiali da vista. Così una successione di accessi falliti sullo Smartphone rischia di impermalosire anche l’account originario presente sul PC che, improvvisamente, non vuole più scaricare la posta e ci inonda di messaggi incomprensibili per dirci cosa gli serve senza che noi riusciamo a capire cosa veramente voglia.
Per evitare d’incorrere in questi spiacevoli e irritanti inconvenienti c’è però una soluzione pratica, veloce ed efficace: il redirect, ovvero il reindirizzamento della posta che si riceve sull’account del proprio PC allo Smartphone. Per adottare questa soluzione è indispensabile aggiungere un nuovo account su quest’ultimo, dopodiché si va sul server del provider (Internet Service Provider: fornitore di servizi internet) del proprio PC e si accede alla sezione Impostazioni: tra queste si trova quella relativa all’Inoltro; si mette la spunta sulla voce attiva inoltro e si sceglie un account a cui inoltrare la posta in arrivo su questo server. Il sistema invierà un codice di conferma o un link da cliccare per rendere effettivo e confermare l’inoltro.
Di seguito si può vedere un’immagine che mostra la procedura appena descritta. Tale immagine si riferisce in particolare al mio provider (Gmail) e le informazioni contenute si riferiscono al mio account personale.
L’immagine a fianco mostra l’attivazione della funzione Inoltro completata e, come si può notare, il sistema imposta automaticamente il mantenimento di una copia della Posta in arrivo sul server. Questa è un’impostazione di default che può anche essere cambiata ma, personalmente, la ritengo molto utile perché fa sì che, ogni volta che si scarica la posta sullo smartphone, su un client del PC come Outlook o Webmail, o su entrambi contemporaneamente, i messaggi di posta vengano comunque mantenuti sul server (Gmail nel mio caso). Non si sa mai: se per errore elimino i messaggi dallo Smartphone o dal PC, li posso sempre recuperare dal server accedendo da qualunque dispositivo – anche non di mia proprietà – avendo il riguardo di portare sempre con me le chiavi di accesso.
Ovviamente l’inoltro può avvenire tra provider diversi quindi, se il provider del PC è – ad
esempio – Tiscali, e sullo Smartphone si è creato un account con il provider Gmail, l’inoltro funziona correttamente; inoltre si può poi personalizzare l’account dello Smartphone suddividendo i vari contatti di posta in Posta Ordinaria, Posta Importante, Spam, etc. per avere una selezione mirata della Posta in arrivo.
Utile avere questo flusso di dati continuo su ogni dispositivo che portiamo con noi? Indubbiamente vanno fatte considerazioni puramente personali dettate dalle proprie necessità. Per quanto mi riguarda, come ho scritto all’inizio di questo contributo, questo flusso informativo è indispensabile. Soprattutto se si considera che oggi in Borsa si possono fare incontri molto fortunati con potenti trading system che, nel corso di un’intera seduta di Borsa, generano mail automatiche di segnali … ai quali è molto difficile restare indifferenti!
Erika Tassi