A chi non è capitato di ricevere la fastidiosa mail titolata proprio così? Quasi a tutti e, soprattutto, quasi sempre all’inizio della personale carriera di trader perché è proprio quando si fanno i primi passi in questo mondo tanto affascinante quanto lunare che si rischia di più.
Il mondo dei Future e delle Opzioni, in particolare, ha connotazioni proprie che lo contraddistinguono da altri Mercati e, se non si fanno proprie le regole che lo governano, ci s’imbatte in piccole e grandi insidie che presto o tardi fanno venire la tentazione di spegnere la Piattaforma e gettare il PC da un piano di un palazzo bello alto.
Personalmente, quando ho mosso i primi passi da neofita, dopo un breve corso gratuito offerto dalla Banca presso la quale avevo aperto il conto trading, mi sono sentita onnipotente; mi sentivo il mondo della finanza in pugno e di lì a poco – ne ero certa – sarei riuscita a farmi una bella pensioncina integrativa tradando sui Derivati.
Meschina! … come esordirebbe un mio caro amico di Ragusa. Alla seconda settimana di trading in un’atmosfera di alta tensione in cui mi dava noia persino il raro e moderato miagolio del mio gatto quando si avvicinava l’ora della pappa, mi sono ritrovata senza più unghie nelle mani e con una mail dall’oggetto misterioso: notifica margin call.
Il contenuto era intimidatorio e, anche se non lo vedevo, fra le righe di quella notifica doveva esserci schierato un plotone d’esecuzione con tanto di fucili spianati. Mi dicevano che “causa turbolenze di Mercato”, la mia posizione in Derivati si trovava a rischio ed i margini accumulati superavano la liquidità disponibile in Portafoglio; venivo quindi invitata o a chiudere le posizioni a rischio, o ad immettere immediatamente nuova liquidità sul conto in misura tale da coprire il saldo negativo della liquidità in Derivati, pena la chiusura d’ufficio delle posizioni da parte della Banca.
… ma cosa ho fatto di male? Che ci fosse turbolenza l’avevo capito anch’io, ma si trattava di una turbolenza al ribasso quindi perché mi dicevano che generavo troppo margine con le call? Perché era proprio questo che leggevo nell’oggetto della mail …
E’ evidente che in queste circostanze diamo libero sfogo agli atteggiamenti più fantozziani di cui siamo capaci. E pensare che la persona che mi aveva fatto conoscere le Opzioni mi diceva che le casalinghe americane le tradavano con i bigodini in testa al supermercato mentre andavano a fare la spesa. Intanto era semplicissimo! Talmente semplice che io in quell’ultima settimana non avevo nemmeno trovato il tempo di andare a comprare una pagnotta di pane e mi ritrovavo di fronte un battaglione armato e arrabbiato sotto le false spoglie di una mail!
Facendo appello a tutto il sangue freddo di cui potevo disporre, sono risalita ai mittenti della notifica che mi hanno chiarito che Margin Call significa chiamata a margine (se ‘ste Banche imparassero una buona volta a parlare come mangiano senza ricorrere sempre ai tecnicismi linguistici!) e che nel mio caso la ‘chiamata’ era stata motivata dalla vendita di Put. In realtà non ero stata così stolta da vendere solo Put in un Mercato a ribasso: avevo aperto le posizioni in una fase di lateralità vendendo in pari misura sia Call che Put; pur tenendomi a debita distanza dal baricentro del Mercato (perché avevo paura degli strappi improvvisi, come poi è accaduto) avevo incassato molto più dalle Put che dalle Call e, sinceramente, non ne avevo capito il motivo, però ho venduto lo stesso da una parte e dall’altra.
Non sto a dilungarmi su quell’episodio, ma posso dire che è stato un ‘ceffone’ che mi ha fatto aprire gli occhi. Mi sono tirata su le maniche e ho iniziato a studiare seriamente arrivando a conoscere le regole delle Opzioni con non poche difficoltà perché i Derivati erano sul Mercato solo dal 1994 e ne era stato autorizzato l’esercizio senza accompagnarlo da un manuale per l’uso. Praticamente … avevano dato ‘perle ai porci’.
Nel 2000, quando ho iniziato a tradare le Opzioni, avevo tanta curiosità, ma non si trovava molto materiale per approfondirne la conoscenza: molti testi americani che si focalizzavano soprattutto sulle Isoalpha, ma di pubblicazioni italiane non c’era traccia. Le ho poi trovate – con tempo, calma e pazienza – ma il percorso non è stato semplice.
Sulla mia pelle ho poi capito che le Put vengono quotate più alte delle Call per l’effetto Skew (la percezione di rischio è maggiore al ribasso) e ho imparato che non è mai prudente vendere ‘a manetta’, ma si può comprare per proteggersi; inoltre è più saggio impostare strategie ponderate non guardando solo i prezzi, ma anche le Greche.
Ma torniamo alle notifiche sui Margini. Le Banche adottano il TIMS che altro non è che un algoritmo.
I Margini, come scrive Borsa Italiana, ‘proteggono la Controparte Centrale, e quindi il mercato, dall’inadempienza o default dei Partecipanti al sistema’
Come si diceva sopra, vengono calcolati con un algoritmo di nome TIMS (Theoretical Intermarket Margins System) che riconosce il rischio complessivo di un Portafoglio in strumenti Derivati o Azionari o Misto ed è in grado di suggerire la compensazione dello stesso tra prodotti correlati. Ovviamente noi tutti dobbiamo essere in grado di conoscere il rischio cui andiamo incontro e di compensarlo simulando sul nostro stesso portafoglio strategie di compravendita e lo strumento che ci viene messo a disposizione a questo scopo è il Calcolatore di Margine delle Piattaforme di Trading online.
Può venire spontaneo pensare “Ma se il Calcolatore mi permette di controllare il rischio, perché mi può capitare di ricevere la notifica margin call?” Perché a volte siamo portati a fare calcoli millesimali e riusciamo a contenere il margine nella giornata di operatività; in chiusura di seduta, poi, Borsa Italiana comunica i prezzi di riferimento di chiusura ed è proprio su quei prezzi che si baserà il TIMS della nostra Banca per ricalcolare il nostro Margine. Il giorno seguente, in apertura di seduta, la Banca ci proietterà il nostro nuovo margine denominato Margine Overnight perché è stato calcolato la sera del giorno precedente. In questo caso si possono avere sorprese piacevoli (il profilo di rischio del nostro Portafoglio si è abbassato) o spiacevoli (il rischio è aumentato) e il sistema di calcolo della Banca emetterà automaticamente la notifica margin call.
Va tenuto conto, inoltre, che ci sono Banche che, oltre a proiettare quotidianamente il margine overnight, ne proiettano anche le variazioni in ‘push’ nel corso di tutta la seduta di Borsa. Fortunatamente il margine push non influisce sull’emissione della notifica automatica perché a generarla è sempre il Margine Overnight ma, qualora il push indicasse una situazione border line sulla quale sarebbe meglio intervenire in giornata, è necessario contattare la Banca e chiedere di ignorare temporaneamente il push per evitare che durante le operazioni di compensazione si resti impediti dalla solo ipotetica mancanza di liquidità disponibile segnalata dal push.
Se è vero, dunque, che esiste il TIMS e bisogna prestar fede al solo al margine Overnight, è anche vero che ogni Banca o Sim adotta ulteriori metodi personali che possono migliorare o peggiorare il livello di ansia di ciascun trader. Ci sono broker stranieri che, oltre a trattenere un margine a garanzia, trattengono la liquidità incassata da vendite allo scoperto fino alla scadenza o liquidazione dei titoli venduti e, qualora il margine subisse variazioni rilevanti, ‘mettono mano’ personalmente al Portafoglio del cliente; altre Banche e Sim cominciano ad ammonire per tempo inviando mail giornaliere in cui comunicano che alcune posizioni scoperte presenti in Portafoglio stanno subendo una perdita potenziale superiore al 50%, altre ancora anticipano l’arrivo del plotone d’esecuzione con telefonate minatorie registrate.
Conclusione: se dopo anni e anni di esperienza sulle Piattaforme di Trading Online continuate a ricevere sistematicamente notifiche margin call e il vostro Broker vi perseguita armato, dovete fare quanto prima una ripassatina della teoria oppure … complimenti! il rischio è il vostro mestiere e persino l’agente 007 si può inchinare ai vostri piedi.
Erika Tassi