Ingegneria Finanziaria Derivati, Opzioni e Future

Trading con le Opzioni – Abbiamo ficcato il naso al Trading Tol Expo 2011 – seconda parte

Derivatives School: ottimizzare il Portafoglio attraverso la tecnica Buy-Write. Relatori: Stefano Zanchetta, amministratore unico di Cube Finance e Stefania Faiella di Borsa Italiana. Con il titolo di questo intervento al Trading Tol Expo 2011 abbiamo concluso la prima parte di questo contributo ed è con questo che cominceremo a trattare la seconda parte dello stesso.


Di seguito riporto per esteso il riassunto dell’intervento così come si leggeva nel programma redatto da Borsa Italiana:
 
Derivatives School
Ottimizzare il portafoglio attraverso la tecnica Buy-Write
– Le opzioni del mercato Idem
– La tecnica Buy Write: come attuarla
– Utilizzo sistematico: esempi di utilizzo nei fondi comuni di investimento
– Utilizzo per il recupero delle perdite pregresse su titoli azionari
– Utilizzo con opzioni su indice
– Utilizzo con opzioni su titoli
– Backtesting
 
Gli ultimi mesi borsistici sono stati caratterizzati, oltre che da una sostanziale diminuzione dei corsi azionari, anche da un sensibile aumento della volatilità dei mercati. Gli investitori “buy and hold” di titoli azionari si sono resi conto che acquistare un paniere di titoli azionari ed aspettare il rialzo non risulta, talvolta, la scelta più efficace. Le opzioni offrono l’opportunità di gestire in modo più consapevole i rischi di mercato e, nel caso di affiancamento ai titoli azionari in portafoglio, di ottenere una stabilizzazione dei rendimenti.
La tecnica Buy-Write rappresenta un modo originale di affrontare il mercato, traendo beneficio soprattutto dei momenti di alta volatilità e cercando una stabilizzazione del rendimento medio di portafoglio. Il seminario illustra le modalità operative della tecnica Buy-Write in diverse situazioni di mercato e le relative potenzialità reddituali, evidenziandone pregi e difetti.
La tecnica sarà applicata sia su titoli azionari italiani sia sull’indice FTSEMIB. Nel primo caso gli strumenti utilizzati saranno i titoli azionari e le opzioni dell’Idem riferiti agli stessi; nel secondo caso gli strumenti saranno i futures sull’indice e le opzioni Mibo.
Sarà data grande attenzione alla gestione dei rischi di questa particolare tecnica e alle sue potenzialità reddituali attraverso l’analisi di scenario, il backtesting e varie simulazioni con prezzi reali di mercato.
Il seminario è rivolto a chi investe prevalentemente in titoli azionari e desidera beneficiare dell’applicazione congiunta di un’operatività in opzioni per ottenere rendimenti più stabili.
Risulta, inoltre, di grande interesse per chi detiene in portafoglio dei titoli azionari in perdita e desidera recuperare con maggior probabilità il costo medio storico nel medio periodo.
 
Stefania Faiella ha preso la parola per prima illustrando i progressi fatti da Borsa Italiana negli ultimi anni in merito all’iniziativa denominata Derivatives School. In effetti i miglioramenti li ho notati pure io che, dopo aver partecipato speranzosa alla seconda edizione del Trading Tol Expo, tornai a casa delusa e consapevole del fatto che chiedere a Borsa Italiana di parlare esaustivamente di Derivati (e, soprattutto, di Opzioni) sarebbe stato come chiedere ai cactus di riprodursi spontaneamente in Lapponia. Va detto che gli strumenti Derivati hanno rappresentato per molti anni un settore di nicchia il cui accesso era riservato a pochi esperti del settore; l’azione di ‘liberalizzazione’ del settore si è rivelata, però, ben presto una lama a doppio taglio. Se, da un lato, tutte le tipologie di investitori hanno potuto avvalersi di nuovi strumenti, dall’altro lato questi hanno dimostrato di essere una bomba pronta ad esplodere da un momento all’altro se non si conoscevano le ’istruzioni per l’uso’.
Pregevole dunque lo sforzo di Borsa Italiana di fornire istruzioni più dettagliate anche se forse un po’ troppo accademiche, ma … così fan tutti.
E’ risultato evidente fin dall’inizio della conferenza che la maggior parte del pubblico in sala doveva essere detentore di titoli azionari ‘da salvare’ con qualche strategia in Opzioni: la Faiella non faceva in tempo a terminare un periodo che prontamente veniva interrotta con note di disappunto. La considerazione che le ha quasi creato un blocco delle corde vocali è stata fatta da un investitore privato con non poco disappunto: “Perché vi ostinate a dire che tenete continuamente monitorate le oscillazioni dei titoli quando è evidente che non lo fate? Se così fosse, vi sareste accorti che non ha più senso spendere in commissioni per lotto più di quanto valgano i titoli facenti parte dello stesso lotto. O, forse, ve ne siete accorti e non abbassate le commissioni di proposito?” La signora Faiella, con un tono di voce tra il laconico e il rassegnato, è riuscita a dire solamente che il monitoraggio è in corso, ma le procedure di modifica richiedono tempi molto più lunghi. Già! Non dimentichiamo che Borsa Italiana è, come tutti gli altri enti italiani, costretto ad affrontare lunghe ed elaborate procedure per cambiare situazioni in essere. Gli Italiani stessi faticherebbero a gestire cambiamenti improvvisi e repentini. Mah! E dire che abbiamo trascorso un’estate intera sul filo del rasoio, osservando la classe politica al governo litigare e schiamazzare sballottandoci tra una manovra e l’altra … e abbiamo comunque retto bene e dignitosamente. La più recente manovra del nuovo governo tecnico ha abbassato a tutti noi la statura di qualche centimetro … ma siamo ancora vivi e vegeti e tiriamo avanti. Ciò per dire che se anche Borsa Italiana facesse cambiamenti più rapidi, non ci scomporremmo del tutto. Anzi!
 
Prende poi la parola Stefano Zanchetta esponendo la tecnica Buy Write che altro non è che un caso particolare del Sistema denominato Covered Call Writing:‘Vendita di una call coperta’. Si compra cioè il ‘fisso’ <l’azione> e si vende contestualmente la ‘call’. Quest’ultima posizione, come spiegava Zanchetta, consente – quando si detiene un Portafoglio rialzista – di ammortizzare le eventuali perdite in caso di inversione al ribasso. Per fare un esempio: in Portafoglio sono presenti 100 Fiat caricate a Febbraio a 15 euro; il Mercato vira al ribasso e, con esso, la speranza di liquidarle ad Aprile ad un prezzo superiore; si procede dunque con la vendita di un pari numero di call con lo strike puntato a un certo livello. Fin qui nulla da eccepire, se non per il fatto che la teoria è talmente chiara da sfiorare l’utopia, mentre la pratica va sempre a braccetto con la realtà dei fatti. Bisogna cioè tener conto dello strike price delle call che, se Out of the Money, rischia di non far compensare adeguatamente la perdita prodotta dalle azioni; se troppo In the Money – per contro – produce il rischio opposto di essere esercitata con conseguente forte perdita.
Di fronte a tutti questi SE, vale la pena riflettere sull’effettiva validità di questa tecnica in qualità di salva-portafoglio. Obiezione, peraltro, sollevata a Zanchetta e che lui stesso non si è permesso di contestare. Le Opzioni sono state immesse sul Mercato proprio con questo scopo: la copertura di portafogli azionari ed hedging. Va da sé, poi, che si siano creati nuovi e diversi profili di applicazione delle stesse e, ad oggi, è possibile costruire una strategia di trading con il solo impiego delle Opzioni incrociandole opportunamente.
Per concludere, il nodo cruciale della Buy Write consiste proprio nella scelta dello strike: non troppo alto a evitare guadagni ridicoli, non troppo basso pena la beffa che ‘ce le portino via’ a un prezzo inferiore a quello di carico.
Durante la vita del Buy Write è poi sempre possibile fare aggiustamenti in corso d’opera in modo da riallineare il rapporto Azione/Opzione (tecnica di ribilanciamento) molto semplice in teoria ma molto più complessa nella pratica.
 
Ogni tanto, poi, Borsa Italiana ci sforna qualche nuovo prodotto: il 22 Novembre scorso è entrata in vigore la disposizione relativa al nuovo intervallo di 250 punti indice sulla prima scadenza, quindi lo schema relativo agli intervalli si arricchisce come riportato da Borsa Italiana nelle specifiche contrattuali delle Opzioni sull’indice FtseMib.
Vediamole:
 
Prezzi di esercizio: Per ciascuna scadenza sino a 12 mesi (scadenze mensili e trimestrali) sono quotati almeno 15 prezzi di esercizio generati con intervalli di 250 punti indice per la prima scadenza e 500 punti indice per le successive scadenze.
Per ciascuna delle scadenze oltre i 12 mesi sono generati 21 prezzi di esercizio con intervalli di 1000 punti indice. Quando le scadenze semestrali rientrano nei 12 mesi, i nuovi prezzi di esercizio saranno generati con intervallo di 500 punti indice fino ad un massimo di 15 prezzi di esercizio.
 
E quale novità quest’anno? Eccola! Dal 15 di questo mese sono state introdotte le Opzioni Weekly (settimanali). Di seguito il link di Borsa Italiana con le relative specifiche contrattuali http://www.borsaitaliana.it/derivati/specifichecontrattuali/weeklymibo.htm
 
Attenzione, però: queste due recenti novità riguardano solo le Opzioni che hanno l’Indice come sottostante, quindi dimentichiamoci di utilizzarle per salvaguardare portafogli azionari.
Nuovi prodotti per noi, dunque, ma anche nuovi problemi per i nostri intermediari costretti a trasformare continuamente i loro software. Ce la stanno facendo a tenere il passo?
 
Lo scopriremo presto insieme!
 
Erika Tassi