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Borsa – She trader n.6 – L’Altra Metà del Cielo

L’obbedienza silenziosa alla quale viene educata da bambina non deve far pensare ad una sua condizione di sottomissione nel contesto familiare nonché sociale …

 ‘Ohayou gozaimasu’, Vittorio San!

… immagino avrai capito dove mi trovo. Già! Sono volata in Giappone!

Nel Giappone delle donne. L’ispirazione me l’ha data un libro scritto da Antonietta Pastore titolato proprio così: ‘Il Giappone delle donne’.

Va detto che la cultura giapponese mi ha sempre affascinata e questo libro mi ha permesso di approfondirla per mano di una donna italiana che, sposata con un uomo giapponese e trasferitasi là, è riuscita a racccontarla con molta obiettività.

Ah! Dimenticavo … Prima che tu possa pensare che io abbia introdotto questo contributo prendendomi gioco di te, preciso che con le parole ‘Ohayou gozaimasu’ ti ho dato il buongiorno … E’ il Buongiorno del mattino che i giapponesi rivolgono alle persone a cui portano molto rispetto!

Ma torniamo al libro di cui ti parlavo. Antonietta Pastore ha descritto un tipo di donna giapponese per ogni capitolo e, attraverso ognuna di queste figure femminili, ha messo in evidenza condizioni e situazioni di più ampio respiro: istruzione, impiego salariato, famiglia, terza età, facilitando la comprensione della condizione contradditoria e complessa vissuta dalla donna nel Giappone contemporaneo e degli stereotipi che troppo spesso ruotano ancora attorno ad essa.

L’obbedienza silenziosa alla quale viene educata da bambina non deve far pensare ad una sua condizione di sottomissione nel contesto familiare nonché sociale; la donna giapponese riveste un ruolo importante all’interno di questi contesti e svolge più funzioni allo stesso modo della donna occidentale.

La cultura giapponese è affascinante e ricca di sfumature, a tal punto che alle volte alcune cose possono venire male interpretate, ed è proprio dai fraintendimenti che hanno origine falsi stereotipi. E’ il caso della ‘Geisha’,

a proposito della quale ti riporto una frase tratta dal film prodotto nel 2005 dal regista statunitense Rob MarshalMemorie di una Geisha’ (Marshal si è ispirato al romanzo omonimo pubblicato da Arthur Golden nel 1997)

“ … Non è per una geisha desiderare. Non è per una geisha provare sentimenti. La geisha è un’artista del mondo, che fluttua, danza, canta, vi intrattiene. Tutto quello che volete. Il resto è ombra. Il resto è segreto … “.

 

La geisha è sempre stata erroneamente considerata una prostituta ma, nella realtà, è una donna molto raffinata e colta che segue un percorso di studi lungo e difficile che comincia in tenera età, al termine del quale diventa una professionista dell’arte di intrattenere e allietare banchetti, feste e cene d’affari. Questa donna gode di grande rispetto per le sue raffinate doti da intrattenitrice ed è considerata la più affascinante, raffinata e colta di tutto il Giappone: si muove con grazia ed eleganza, sa conversare con intelligenza e calibrare ogni gesto, perfino il respiro, al fine di renderlo garbato ed elegante.

Le prestazioni sessuali non fanno assolutamente parte della sua professione perché queste devono essere considerate solo complemento di una relazione sentimentale seria e duratura tant’è che, quando una geisha si innamora, si sposa e si dedica interamente alla propria famiglia.

Va detto, peraltro, che i fraintendimenti e gli stereotipi che da sempre circolano intorno a questa figura, hanno avuto origine in passato nello stesso Giappone e si sono poi rapidamente diffusi in Occidente. Ai giorni nostri le geishe hanno abbandonato la loro professione proprio per non essere più oggetto di queste credenze ataviche che le ha erroneamente ‘qualificate’ in modo fasullo all’interno del loro stesso paese, vanificando quanto di veramente importante ci stia dietro l’Iki, la grazia nipponica.

Questa grazia, però, anche se non insegnata in maniera rigorosa come prevede la formazione della geisha, viene trasmessa a tutte le donne giapponesi. Qualunque sia il ceto sociale di appartenenza, gli studi fatti, il ruolo sociale, la donna giapponese viene educata a comportarsi in maniera garbata, raffinata e rispettosa sempre e in ogni circostanza.

E così, garbatamente e rispettosamente, ma con tanta tenacia e determinazione, la signora Yuriko Koike, ex Ministro della Difesa, l’8 Settembre appena trascorso, si è candidata per la carica di Primo Ministro. Il prossimo 22 Settembre, infatti, si terranno le elezioni per incaricare il nuovo leader del Partito Liberale Democratico che prenderà il posto del premier Yashuo Fukuda ora dimessosi.

Yuriko Koike non è ovviamente l’unica candidata alla carica, ma è l’unica donna. Ed essendo il Pld il partito con maggioranza di seggi alla Camera dei Deputati di Tokio, il premier eletto assumerà anche la carica di capo del governo giapponese.

Sai cosa ti dico, caro Vittorio? Io mi fermo qui fino al 22 Settembre ad attendere il risultato elettorale. Gli stessi media locali sostengono che si tratta di un passo storico per il Giappone!

E aspetto anche te … Sono consapevole che devi ancora fare la valigia e un viaggio lungo dodici ore ma sono certa che quando arriverai riusciremo, insieme, a trovare qualche ‘She Trader’ del Sol Levante da menzionare nei nostri appunti di viaggio.

A presto, Vittorio San! 

Erika Tassi