… Septem vetulae vatum Romam; quarum quaelibet, habet burdones 7; et in quolibet burdone sunt sacculi 7; et in quolibet sacculo panes 7; et quilibet panis habet cultellos 7; et quilibet cultellus habet vaginas 7. Quaeritur somma omnium praedictorum …
Quando frequentavo la scuola media inferiore detestavo la matematica.
Avevo un’insegnante per nulla collaborante che mi tormentava di continuo, mi chiamava alla lavagna, mi faceva scrivere equazioni e mi rimandava a posto con la solita frase perentoria ‘Sono buona e non ti metto voto … ma come debbo fare a infilarti i numeri nella testa?’
Ora ho quarant’anni e ho una grande passione: l’Ingegneria Finanziaria.

Rousseau è stato un grande filosofo e musicista e con le sue idee ‘rivoluzionarie’ pare abbia dato vita a quelle teorie socialiste che influenzarono la Rivoluzione Francese. Ma non solo.
Ha ispirato parecchi modelli della Pedagogia contemporanea: sue le parole ‘ Tutto è buono quando esce dalle mani del Creatore, ma tutto si degenera nella mani dell’uomo’ che stanno ad indicare come ogni Creatura nasca pura e spetti alla mano umana plasmarla e modellarla a dovere.
L’insegnamento primario è importante. Viene impartito dalla famiglia e dalla scuola e se l’una o l’altra non sono capaci di individuare il modo più idoneo, questi errori di metodo si ripercuotono su tutta la vita futura di un individuo.
Un’antica filastrocca egiziana ritrovata sul papiro di Rhind (1650 a.C.) inventata per insegnare ai bambini le potenze di un numero recitava così ‘Septem vetulae vatum Romam; quarum quaelibet, habet burdones 7; et in quolibet burdone sunt sacculi 7; et in quolibet sacculo panes 7; et quilibet panis habet cultellos 7; et quilibet cultellus habet vaginas 7. Quaeritur somma omnium praedictorum’.

Mi sono così domandata come mai gli antichi Egizi avevano capito che per fare comprendere concetti difficili ai bambini era sufficiente inventare filastrocche o associare ad essi disegni divertenti. E come si sia potuta verificare una tale regressione in campo didattico con il passare del tempo …
Io ormai ricordo le mie scaramucce con la matematica con un sorriso, ma sarei lieta se oggi la Scuola si impegnasse ad utilizzare più fantasia per non commettere gli stessi errori.
Ogni anno, nel mese di Dicembre, alzo la testa e guardo sempre con ammirazione la ‘mia’ Mole Antonelliana nella veste natalizia che l’artista Mario Mertz (1925 – 2003) ha fatto apposta per lei … l’ha impreziosita e illuminata con la sequenza numerica di Fibonacci …


nel ‘Partenone’ di Atene e nelle ‘Piramidi’ della Piana di Giza … quel numero ‘misterioso’ … la proporzione geometrica definita da Euclide e battezzata da Frà Pacioli, nel ‘500, ‘Divina proporzione’.

Ed ecco che ogni argomento matematico si collega ad un altro in una costruzione armoniosa, mistica, il cui Creatore sembra essere Uno soltanto.
Cara Professoressa della mia Scuola Media Inferiore, ho letto che Einstein ai tempi della scuola faticasse un pochino a comprendere i numeri. Un giorno ha scritto: ‘Quella del mistero è la più straordinaria esperienza che ci sia dato di vivere. E’ l’emozione fondamentale situata al centro della vera arte e della vera scienza’; il numero è alla base di questo mistero … ed io, anche se non riceverò mai un premio Nobel come il grande Einstein, sono lieta di essere riuscita a prenderne parte.
Erika Tassi