Ingegneria Finanziaria Derivati, Opzioni e Future

Trading con le Opzioni – SEC8 – Astuzie e contro-astuzie

 

 

 

 

pane e volpe a colazione ogni mattina!

Carina, vero? E’ una volpe. Questo non vuole essere un contributo sugli animali: l’ancoraggio alla volpe mi serve per arrivare al punto … ma mi permetto un piccolo inciso per dedicare lo stesso a un amico che poche settimane fa ha bloccato la sua auto su una strada statale, nel bel mezzo del traffico e della frenetica vita di tutti i giorni, per tentare di salvare la vita a una volpe che troppo bene non stava.

Caro C., questo contributo è dedicato a te e alla tua dolcissima volpe!
Ma, come vi dicevo, l’episodio della volpe mi è servito, in questo contesto, da ancoraggio.
Dalle mie parti, infatti,quando qualcuno mostra particolare astuzia nel districarsi tra i vari problemi che la quotidianità propone si è soliti dire “Bravo! Pane e volpe a colazione ogni mattina!”
Ecco quindi che quest’astuta bestiolina mi viene in aiuto per estendere a tutti quelli che ne avessero bisogno astuzie e contro-astuzie cui sono giunta anche e soprattutto con l’aiuto di complici lettori.
Il gentilissimo signor A., ad esempio, mi ha scritto un giorno chiedendomi come e quando scadono i Certificati digitali e, soprattutto, come si rinnovano, perché si era trovato impossibilitato ad accedere al proprio conto online ‘causa certificato scaduto’.
E’ partita a quel punto una corsa all’unisono per rinnovare questi certificati al più presto ma, soprattutto, per capire il motivo per cui erano scaduti. Qui occorre, però, fare un passo indietro per capire come e perché nasce un Certificato digitale. Questo è un documento elettronico nato per certificare l’associazione tra una chiave pubblica e l’identità di un soggetto (che può essere una persona fisica, una società o anche un computer) che rivendica tale chiave come propria; l’associazione tra chiave pubblica e identità del soggetto è garantita da una firma digitale.
La funzione del certificato digitale è molto importante nei sistemi a crittografia asimmetrica … dobbiamo fare un altro passo indietro ma vedrete che, come i gamberi, ogni passo indietro è un passo importante per raggiungere il nostro obiettivo!
Esistono due sistemi di crittografia: asimmetrica e simmetrica. E a questo proposito ci facciamo aiutare da Wikipedia: “Nella tradizionale crittografia simmetrica viene utilizzata un’unica chiave sia per codificare, sia per decodificare i messaggi. Le informazioni (la chiave e l’algoritmo) necessarie per chi deve inviare il messaggio sono quindi identiche a quelle necessarie a chi deve riceverlo. Per concordare una chiave con il proprio interlocutore c’è bisogno di mettersi preventivamente in contatto con lui incontrandolo di persona, telefonandogli, scrivendogli una lettera, mandandogli un messaggio o in qualsiasi altro modo. In qualsiasi caso, esiste il pericolo che la chiave venga intercettata durante il tragitto, compromettendo quindi l’intero sistema comunicativo.”  … “La crittografia asimmetrica, invece (nota anche come crittografia a chiave pubblica), permette a due (o più) persone di comunicare in tutta riservatezza senza usare la stessa chiave e anche se non si sono mai incontrate precedentemente”.
Bene! I sistemi più diffusi sono quelli a crittografia asimmetrica, detta anche a chiave pubblica o a doppia chiave perché, per codificare e decodificare messaggi facenti parte di questo sistema, è necessario creare una chiave pubblica da diffondere e una chiave privata da tenere segreta; in questo modo un messaggio cifrato può essere codificato solo con la chiave privata e decodificato solo con la chiave pubblica.
Ovviamente quando parliamo di messaggi cifrati non stiamo invadendo campi segreti come la NASA o la CIA! Chiunque può inviare messaggi con contenuti criptati e sono soprattutto le Banche a farne maggior uso. Ecco quindi che, soprattutto quando sono le Banche a scambiare messaggi con i propri utenti, si usa la crittografia asimmetrica: la Banca crea, infatti, una chiave privata che non può essere diffusa e una chiave pubblica che, al contrario, deve essere diffusa per consentire la decodifica dei messaggi inviati. Il legame tra la chiave privata e quella pubblica viene autenticato da un certificato con firma digitale.
Nello schema di Infrastruttura a Chiave Pubblica (PKI – public key infrastructure ) la firma digitale viene apposta da un’autorità di certificazione che, per mezzo di tale firma, conferma l’autenticità del messaggio di provenienza; i destinatari del messaggio saranno in grado di verificare l’autenticità di quella firma e di decodificare il messaggio solo tramite il certificato pubblico relativo a quella determinata chiave privata autenticata da una firma digitale.
Ma poiché abbiamo fatto il giro dell’oca per arrivare a risolvere il problema incontrato dal nostro amico lettore … torniamo adesso a lui e ai suoi certificati scaduti.
I certificati hanno una validità temporale e vengono rinnovati periodicamente da chi li ha generati. Alle volte però può accadere che un certificato venga revocato: se la chiave privata è stata compromessa o se la relazione tra un soggetto e la relativa chiave pubblica specificata nel certificato stesso è cambiata. In realtà questi problemi vengono risolti sul nascere prima che gli altri fruitori del certificato se ne accorgano ma … va da sé che la perfezione non ci appartiene. Ed ecco che il nostro amico lettore, accedendo al proprio conto online, si è trovato la strada sbarrata da un laconico messaggio che diceva ‘I certificati sono scaduti’.
L’intuizione felice è stata quella di accedere allo stesso conto dal PC della moglie: MAGIA! I suoi certificati non risultavano per niente scaduti! Il problema, infatti, si era verificato sulla sua macchina: nessun guasto irreparabile all’hardware … solo un problema di orologio. Già! L’orologio presente su ogni PC indicante data e ora aveva deciso di andare a farsi due passi nel passato, addirittura al 5 Agosto 2005. Una volta riportato l’orologio nel presente anche i certificati hanno rotto ogni indugio permettendo al nostro amico di accedere al proprio conto dal suo PC.
Può capitare. Soprattutto se la macchina non viene spenta correttamente per qualunque motivo. Vabbè!
 
Adesso veniamo invece al problema occorso ad un altro lettore. Il signor S. fa trading online con Banca Sella utilizzando la Tol Web Derivati (Piattaforma free). Una mattina, dopo aver avviato il PC, un messaggio gli comunica che è disponibile un aggiornamento Java e, poiché Java è importantissimo in quanto linguaggio di programmazione necessario per creare pagine Web dinamiche (può essere utile, a questo proposito, ritornare ad un precedente contributo in cui si tratta del linguaggio Java in relazione anche ai differenti tipi di Browser disponibili (http://www.francescocaranti.net/piattaforme_tol_sicurezza/browser), il nostro amico lettore acconsente ad ‘aggiornare’. Per fare le cose ben fatte, dopo l’aggiornamento riavvia il suo PC: tutto sembra procedere perfettamente. Sembra … Già perché il signor S. decide di accedere alla Piattaforma di trading di Banca Sella per eseguire alcune transazioni e si accorge subito che qualcosa non funziona. La piattaforma impiega, infatti, moltissimo tempo a caricare i dati e il logo di Java continua a girare su se stesso meditabondo, ma poi la piattaforma sembra essere pronta. Il nostro amico lettore inserisce dunque il primo ordine e lo conferma; quest’ultimo viene inserito nella finestra Stato degli ordini dalla quale può essere modificato con il pulsante predisposto. E poiché il signor S. intende già modificare il prezzo, sposta l’attenzione sulla Lista Personale per verificare l’andamento dei prezzi e si accorge che questi sono fissi e immobili su tutti i cinque livelli, sia in denaro sia in lettera.
Che cosa è successo? Il nostro amico è consapevole che con la piattaforma free di Sella ci sono alcune finestre che vanno aggiornate manualmente (pull) come quella del Bilancio e quella delle Posizioni presenti in portafoglio, ma la finestra relativa alla Lista personale è sempre stata in push … GRRRR!. Il signor S., decisamente un po’ seccato, clicca quindi sul pulsante ‘Aggiorna’ della sua Lista personale: la Lista scompare e Java ricomincia a girare più meditabondo che mai. Dopo un po’ ricompare la Lista aggiornata, ma ancora i prezzi si presentano in un totale immobilismo.
Decide allora di contattare il call center di Banca Sella e, per sua fortuna, si trova quasi subito ad esporre il problema ad un operatore attento e competente che, dopo avergli rivolto alcune domande riguardo al Sistema Operativo da lui utilizzato e ad eventuali recenti installazioni di programmi, gli dice che l’impiccio è sorto con l’aggiornamento di Java. Mentre, infatti, il Sistema Operativo Windows Vista implementa gli aggiornamenti senza creare conflitti (mi permetto di aggiungere, essendo una fruitrice di Vista per nulla soddisfatta, che questa è una delle poche cose buone di questo OS) gli OS precedenti a Vista debbono settare Internet con alcuni accorgimenti per evitare che gli aggiornamenti Java entrino in conflitto tra loro.
Se dunque vi dovesse mai accadere di trovarvi a vivere una situazione sconfortante come quella vissuta dal signor S., potete procedere in questo modo: entrate in Internet e cliccate sul pulsante Strumenti e, successivamente, su Opzioni Internet; aprendo lo sheet Avanzate vi troverete di fronte la finestra che vedete riportata qui a lato.
Bene! Togliete il flag sotto l’icona Java Sun e mettetelo invece sotto l’icona successiva denominata Microsoft VM. Date conferma, chiudete la finestra e tutte le altre applicazioni aperte e riavviate il vostro PC.
Potete star certi che dopo non avrete più problemi.
 
Per il momento mi fermo qui … ma sono sempre pronta ad accogliere, sperimentare e trasmettere ad altri tutte le altre ‘volpate’ di cui vorrete mettermi a conoscenza.
 
Al prossimo appuntamento!
 
Erika Tassi

 

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