Calcolo delle probabilità - Basterebbe così poco

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Che sia la fine del Mondo? Ma ve lo siete chiesti in questi giorni?

Io un pochetto sì … soprattutto vedendo e sentendo la preoccupazione della gente.

E mi riferisco alla gente che vive la propria quotidianità vicino a me: dalla gentilissima signora che ogni mattina alle 04.00 precise comincia a sfornare brioches calde e fumanti che sveglieranno con dolcezza tutti quanti noi prima di cominciare la giornata, al collega d’ufficio che arriva trafelato all’ultimo minuto perché il suo cucciolo puntava i piedini e non ne voleva sapere di varcare le porte della scuola, ai traders privati … che in questi giorni rimangono sempre più basiti ed esterrefatti davanti ai grafici delle proprie Piattaforme Tol.

Che sia la fine del Mondo? …

Ma no, dai! Io non ho di certo la sfera di cristallo … ma non lo credo. Penso che la vita che si svolge in questo Mondo sia molto dura, ma sia sempre meravigliosa. E non sto rubando le parole al grande Frank Capra.

Mi è stato insegnato che la vita scorre come un fiume lento, e ogni tanto l’acqua del fiume incontra degli ostacoli lungo il percorso, e alle volte questi ostacoli sembrano talmente difficili da superare che l’acqua non ce la fa più … ed esonda. Ma poi, a poco a poco, ridiscende nel suo letto, riprende posizione e, di nuovo lentamente, procede il suo corso.

“Ma noi viviamo in Italia …  un Paese pieno di falle … pieno di problemi … e se va a rotoli il Mondo, noi saremo i primi a crollare …” L’ho sentito più volte in questi giorni. E, con un mezzo sorriso, ho ricordato mia nonna ai tempi della guerra del Golfo: ogni giorno faceva una capatina al supermercato e tornava a casa con qualche chilo di provviste in più … dalle scatolette di tonno a quelle dei pelati, dai pacchi di pasta alle crocchette del gatto - perché in guerra anche lui deve pur mangiare! – dalle saponette alle mollette per stendere i panni.

Cara Nonna! Aveva fatto due guerre … come poterla biasimare? La guardavamo con tenerezza e non ci permettevamo mai di interrompere il suo shopping.

E adesso? Continuo a vedere persone che non dormono la notte e fanno pellegrinaggi quotidiani in Banca. Persone come noi che hanno lavorato una vita intera svegliandosi alle 6 e rientrando a casa non prima delle 8. Ma nessuna di queste rientra mai dai pellegrinaggi con le gote rosate e sorridenti che aveva mia nonna quando rientrava dai suoi.

Ciò nonostante continuo a credere che non sia la fine del Mondo.

Continuo a pensare all’acqua del fiume che scorre nel suo letto … alla quiete dopo la tempesta … all’organizzazione che segue sempre al Caos (… questa è Fisica!) … e credo agli Uomini di buona volontà. Agli Uomini che mai si arrendono, agli Uomini che – nonostante tutto e tutti – ogni mattina continuano ad alzarsi alle 06.00 (o alle 04.00 se debbono sfornare pane e brioches caldi) … agli uomini come Ivan Basso, classe 1977, professione ciclista. Forse non tutti lo conoscono, ma chi segue da vicino il ciclismo qualcosa di lui saprà. E saprà che quando era ad un passo dalla conquista della maglia rosa è stato colto da un virus intestinale sulla cima delle Dolomiti con un tempo ‘da lupi’ … Pioveva a dirotto ma Ivan, in preda a crampi dolorosissimi, ha continuato a pedalare.

E’ stato coinvolto in uno dei tanti scandali sul doping e, purtroppo, questo è ciò che lo fa più ricordare. Più della pedalata sulle Dolomiti sotto la pioggia in preda ai crampi.

Ivan Basso è stato squalificato per due anni, ma si è battuto come un leone per riscattarsi e ottenere giustizia. E, il prossimo 24 Ottobre, ricomincerà a correre a testa alta.

Sta finendo il Mondo? … No, no se noi non lo vogliamo. Basta non credere più ai ‘parolai’, rimboccarsi le maniche e andare avanti. Perché di Uomini come Basso, l’Italia è piena. Uomini che mangiano pane e cipolla da una vita per permettere ai figli di ottenere una Laurea e non lo vanno a raccontare in lacrime in qualche show televisivo. Uomini che ogni giorno si sforzano di tener fede alle poche promesse che hanno fatto a se stessi e alla propria famiglia e non parlano solo per dar fiato alla bocca. Uomini che continuano a pedalare anche se piove … anche se nevica … anche se la pancia e la testa fanno male.

Perché la vita continua e prima o poi il mal di pancia passa, la pioggia finisce e torna il sereno.

E noi aspettiamo, così come Vi aspettiamo sempre più numerosi su www.francescocaranti.com 

Erika Tassi